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martedì 25 agosto 2009

La chiamavano la Perla Nera...

Sono nata dove la pioggia porta ancora il profumo dell'ebano
Una terra là dove il cemento ancora non strangola il sole
Tutti dicevano che ero bella come la grande notte africana
E nei miei occhi splendeva la luna, mi chiamavano la Perla Nera...

A sedici anni mi hanno venduta, un bacio a mia madre e non mi sono voltata
Nella città con le sue mille luci per un attimo mi sono smarrita...
Così laggiù ho ben presto imparato che i miei sogni eran solo illusioni
E se volevo cercare fortuna dovevo lasciare ogni cosa

Ebano...
Jack O's bar, Parade hotel, from me une
Ebano...

Spesi tutto quello che avevo per il viaggio e per i miei documenti
A palermo nel '94 eravamo più di cento giù al porto...
Raccoglievo le arance e i limoni in un grande campo in collina
Lavoravo fino a notte inoltrata per due soldi e una stanza nascosta

Ebano...

It's a long long night
It's a long long time
It's a long long road
Ebano...

Poi un giorno sono scappata verso Bologna con poca speranza
Da un'amica mi sono fermata, in cerca di nuova fortuna
Ora porto stivali coi tacchi e la pelliccia leopardata
E tutti sanno che la Perla Nera rende felici con poco...

Ebano...
Jack O's bar, Parade hotel, for me une
Ebano...
Ebano...
It's a long long night
It's a long long time
It's a long long road
Ebano...

Perciò se passate a Bologna, ricordate qual è la mia storia
Lungo i viali verso la sera, ai miei sogni non chiedo più nulla
Ebano...


Ebano - Modena City Ramblers



Vorrei tanto non aver mai smesso di sognare... se ci credi ti basta perchè poi la strada la trovi da te...

venerdì 26 giugno 2009

L'odore del tuo respiro

Cerco le attenzioni di quegli uomini golosi
Vendo sguardi ed emozioni so di vivere in simbiosi
Con gli applausi della gente che mi ascolta e non mi sente
Coi giudizi e le paure di chi sa che sono pure un po’
Egocentrica
E a volte forse un po’ lunatica
Ma non sarò la prima e l’ultima
Che vuole sentire d’esser l’unica
Non segua la moda e non sono consumista
Non distinguo una Skoda da una Punto o da una Fiesta
Corro anche se questo vento
Non mi porterà mai più in alto
Perché vivo solo quando
Amo, rido, piango e canto…
Egocentrica
E a volte forse un po’ lunatica
Ma non sarò la prima e l’ultima
Che vuol sentire d’esser l’unica
Se poi mi dai appuntamento stasera
Non aspettarti che arrivi a quell’ora
Tu chiamami e fammi sentire signora
Come una bimba tu sai sono ancora
Egocentrica
E a volte forse un po’ lunatica
Ma non sarò la prima e l’ultima
Che vuol sentire d’esser l’unica
Egocentrica
Lunatica
L’ultima
L’unica
Ora che sapete perché sono qui davanti
Non mi giudicate male perché a riflettori spenti
Sono fragile anche timida, ma non per questo stupida
E dopo il palcoscenico una vita vera ancora ce l’ho.

Egocentrica - Simona Molinari


Ti scrivo ora, perchè ho messo in ordine le idee (o almeno credo).
Oggi nel supermarket Mauro fa "Chi si accontenta gode" e io e Ginlù insieme "Così così!". Ebbene, cosa c'entra questo con noi non lo so, ma stamattina sono tornata a sorridere senza di te. Con ciò non voglio dire che tu hai mancato in qualcosa, ma per me è un grande traguardo. Ho passato dei momenti di assoluta spensieratezza senza essere chiusa nel nostro pezzo di cielo. Ho volato senza di te. E non è stato tanto male, mi sono semplicemente lasciata andare. Volare con te è un'altra emozione, ma qualcosa mi dice che sopravviverò. Magari ci vorrà del tempo, ma posso farcela. Guardo avanti con ottimismo, l'università mi sta dando la forza di continuare e i pomeriggi con te mi danno la carica per pensare che domani sarà sempre meglio. Ho paura di smettere di respirare quest'aria buona e ricca di ossigeno. Tornerò in apnea, me lo sento. Il titolo di questo post dice tutto. E' ciò che mi fa andare avanti e pensare che questa merda di mondo non è poi così una merda. Forse è sbagliato, ma "mi sono accorta che sto bene". E non SOLO quando sto con te, come Silvestri. Sto bene con il mondo. Non ho più bisogno di combattere credo. Perchè ovviamente sono solo supposizioni. Nei miei post c'è sempre un Vorrei di buon auspicio. Ebbene, VORREI che lo stesso fosse anche per te. Vorrei che tu possa superare le tue difficoltà e Vivere, con la V maiuscola. Vorrei farti entrare nella mia testa facendoti leggere i DIARI DI VIX (alla faccia di quel coglione di Kurt Cobain). Vorrei che questo periodo non fosse un periodo, ma che fosse la mia vita. So che tutto ciò non sarà possibile, ma sono un'Intellettuale Sognatrice, come dice un mio compagno della SUN. Aspetto il momento topico, l'apice della mia felicità, quando ci addormenteremo l'uno accanto all'altra sorridendo all'oscura notte. Ed allora potrò dire anch'io di aver davvero Vissuto.

domenica 2 novembre 2008

Sono un lupo, non chiamarmi Fido.


Dio, quanto mi manchi... il tuo profumo sulla pelle, quelle ore insieme passate saziandoci l'uno dell'altra... mi manchi... ti voglio ora... sono selvaggia. E solo tu sai come prendermi. Sono una lupa. E tu hai il mio guinzaglio. Prendimi e portami via.

martedì 1 luglio 2008

Futuro fottuto

Posto adesso. Posto dopo una giornata piena di soddisfazioni. Posto e mi sento male.

Un esame orale che mi ha fatto accapponare la pelle. La bocca parlava, il cervello pensava alla spiaggia.

Un cuore solo. Il mio. Un cuore indeciso, insicuro. Senza certezze.

Ora che ho finito, da dove ricomincio? Dov'è il mio posto? Con chi? Su quali pianeti sconosciuti, terrestri o gioviani che siano? Senza una rotta, con dei progetti che vogliono finanziamenti, con delle convinzioni che richiedono sacrifici che non so se sono disposta a fare. Precarietà nei pensieri, nelle azioni... precarietà di un futuro da fottuto precario.

Pensiero egoista e di convenienza: trovo un ragazzo ricco, mi faccio mettere incinta e faccio la mantenuta per il resto della vita.
Pensiero da donna in carriera: vado all'università, il resto è storia.
Pensiero mio: ?!?
Pensiero di possibilità pratica: cerco un lavoretto part-time, mi metto da parte un po' di soldi, studacchio per un po' e poi mi trasferisco. Da qualunque altra parte.

Notte prima degli esami: in sacco a pelo, nel salone di casa mia. Chi meglio di me?!

Notte, gente.

sabato 31 maggio 2008

Kill V B vol. 1

Stanotte ho fatto un sogno: era ambientato al liceo Manzoni, ma aveva poco a che fare con la scuola. Era, più che altro, una Storia Di Sanguinosa Vendetta. Tarantino mi ammazzerebbe per questo vile plagio della sua opera, ma che devo fa', se ho bisogno di uno psicanalista si vede anche da questo.


Capitolo 1 - Nome in codice: Black Sheep
Che fossi una pecora nera era poco ma sicuro, ma nessuno si sarebbe mai immaginato ciò che vado a raccontarvi.

18 giugno: esami di Stato.
La V B è tutta agghindata per fare colpo sulla commissione: risatine, sguardi fugaci ed atteggiamenti da idiote. Di Vix nemmeno l'ombra. Nessuno sembra fregarsene più di tanto: in fondo, è una in meno contro cui combattere per ambire ad un voto discreto e fare colpo sugli esterni. Firme, documenti, dizionari, fogliettini ed appunti che si intravedono nelle tasche. Appello, suona la campanella e può cominciare la prima prova. Vix non c'è. Tutte le papere hanno smesso di starnazzare e stanno cominciando a scrivere il proprio compito.
Un rumore di tacchi sul pavimento disturba i loro pochi neuroni, ma continuano nell'estenuante lavoro di copia dal temario.
Vix arriva. Senza notare la beretta calibro 9 nella sua mano, qualcuno dice: "Ma come si è vestita?". I pantaloni di pelle e la camicetta bianca danno più nell'occhio di una 9 mm. (Può succedere solo in classe mia... n.d.A.).
E dopo che i suoi colpi esplodono su quelle facce di cazzo, se ne torna da dove è venuta.


Questa è malattia mentale.

domenica 25 maggio 2008

Digressione su gravidanze, autoerotismo, sogni e suicidio

Come ogni anno di questi tempi la natura esplode in un tripudio di colori e profumi. La primavera entra nelle nostre case e l'allergia nelle nostre vie respiratorie. E' prassi che, di questo periodo, gli animali trovino l'anima gemella, o semplicemente il compagno di una notte, per esprimere la propria virilità. Secondo la teoria darwiniana anche l'uomo è una bestia (a volte) evoluta, ed in quanto tale, in questo periodo, da sfogo alle tempeste ormonali che si scatenano nel suo corpo.
Tutto ciò che cacchio vuol dire? In sunto, vedo donne in dolce attesa dovunque. Passeggini, carrozzine, vestitini pre-maman e chi più ne ha più ne metta. Non è possibile. Soprattutto non è possibile che io invidi questa gente. Cioè, non per la tempesta ormonale, per carità, ma per questo piccolo scricciolino scassapalle che gira per casa. Personalmente sono figlia unica, ma forse, ora come ora, se mia madre "ci restasse" non scatenerei la guerra civile. Nemmeno una rivolta. Penso che sarei felice. Mah, poi ognuno fa le sue scelte, io a fare un figlio, almeno per ora, non ci penso nemmeno... ma forse sto imparando a farmi piacere i bambini.
Tutto questo autoerotismo mentale mi dà alla testa. Forse dovrebbero sperimentarlo un po' quelle mamme esaurite che urlano perchè i figli non mangiano: magari pensandoci prima di metterli al mondo.
Donne, se siete stressate iscrivetevi ad un corso di Yoga... di Kick Boxe... di Wrestling. Non rovinate la vita di quei poveri bimbi che a quattro anni si trovano a soffrire di anoressia infantile perchè li obbligate ad ingurgitare conservanti.
Ma queste mie parole non serviranno... la tipa che abita al terzo piano del mio palazzo continuerà ad inveire contro suo figlio perchè quest'ultimo non vuole bere dal biberon una sbobba di latte, banana, biscotto e lenticchie. E suo figlio progetterà, come Stewie Griffin, la sua dipartita. Forse Erika ed Omar avevano dei motivi validi... o forse erano solo folli omicidi... non lo sapremo mai.
Intanto penso che mio figlio verrà educato con valori prettamente anarchici. Ok, forse non proprio anarchici, ma non lo costringerò a fare nulla. Avrà un'educazione, ma crescerà con le proprie forze e sui propri errori. Perchè si sa, si impara solo dai propri sbagli.
I miei progetti procedono, ma questo fatto che pensi a fare un figlio verrà rimandato ancora moooolto a lungo. Ho troppe cose da fare per lasciare un pezzo di me in giro per il pianeta. Mi iscriverò all'università, andrò in Egitto, tornerò a Londra, mi laureerò, mi comprerò un'auto, mi aprirò uno studio e poi, forse, potrò pensare alla discendenza. Sempre che non muoia prima. Negli ultimi tempi penso molto alla morte, specie quando giro in macchina (chissà perchè...). Non mi fa paura, in realtà, ma non vorrei soffrire. Vorrei lasciare qualcosa in ogni persona che mi ha conosciuto e vorrei realizzare qualcosa che resti: una qualsiasi cosa per cui vi possiate ricordare di me. Ma la mia morte dovrà essere irrimediabilmente suicida. O così spettacolare che dopo anni ci si chiederà "Ma Vix come cacchio è morta? Overdose? Sparatoria? Impepata di cozze?".

In ogni caso, miei cari, una cosa è certa: il periodo pre-esame porta l'esaurimento nervoso.

A presto,

Vix "Alle 7 di mattina di una domenica qualsiasi"

martedì 6 maggio 2008

Following the dreams


Eccomi qui, con i miei sogni e le mie sfumature chiusa in casa in crisi con me stessa. I sogni non aiutano a vivere, complicano l'esistenza.

sabato 29 dicembre 2007

Parte seconda

V uscì dalla camera d’albergo con la seria intenzione di bere un vodka-cola. Mentre si dirigeva nel lungo corridoio illuminato dai faretti, sentì una voce familiare. Poco dopo dalla 318 uscì una sgallettata col trucco sciolto che rideva e che a malapena riusciva a reggersi in piedi. Quando questa se ne fu andata, riconobbe la voce: M. Passò davanti alla sua camera con la porta socchiusa ma non potè fare a meno di guardarvi all’interno. In quel momento M la vide e rise. V affrettò il passo e cercò di scappare. Lui la raggiunse in accappatoio (M era sempre in accappatoio), le afferrò il braccio e le chiese: “Da quando in qua non mi saluti?”. V riflettè: in fondo era troppo tardi. Non poteva permettersi di sbagliare. Con lui poi…

“Da quando ho visto la gente con cui esci… persone colte ed affascinanti…” disse riferendosi alla semi-squillo vista prima. M rise. “Le donne non sono altro che bambole nelle mie mani. Se solo volessi, potrei farti cedere in qualunque momento. Non puoi dimenticare quello che c’è stato fra noi…” e così dicendo, cominciò ad accarezzarle il collo. Dentro di lei i sentimenti si accavallavano e confondevano, ricordi e realtà erano ormai un unico insieme di eccitanti sensazioni. Il respiro di M aveva quel profumo che l’aveva fatta impazzire tempo prima, ed ora era come se tutto fosse tornato… “Sono cambiata, M. Non puoi pensare che dopo ciò che mi hai fatto possa solo pensare di avere con te un qualsiasi rapporto…”. V era decisa. Non gli avrebbe lasciato il tempo né l’occasione di agire. Ma M la pensava diversamente: “Ok, ok, ok. Hai ragione, mi dispiace. Sono stato un cretino. Non avrei dovuto farti del male immotivato. Ma anch’io sono cambiato. Smettiamola di scherzare, io sono innamorato solo di te. Sei l’unica, davvero… V, ti prego. Dammi un’altra possibilità. Io e te siamo fatti per stare insieme…” ed una lacrima gli rigò il viso. V era spaesata. Lui le prese la mano, la baciò con dolcezza e la guardò negli occhi, quegli occhi che aveva visto soffrire, gioire, ridere e piangere. Le entrò nel cuore ricomponendo ciò che aveva distrutto. E V si lasciò trasportare.

Solo per una notte.

Lei si svegliò e l’orologio segnava le 3.27. Andò a farsi una doccia e lui si svegliò. La osservò mentre si asciugava ed accese la tv. “M, non imparerai mai.”. Lei si stese sul letto, si accese una sigaretta e si ricordò di quella persona che aveva fatto soffrire allo stesso modo. Quella persona che non aveva mai smesso di amare. Quel cuore che aveva distrutto per quel cretino che guardava i risultati del campionato al suo fianco. M…che squallore. Vittima di un omuncolo che non merita un centesimo. “M, devo andare.”

“Prendi il mio cellulare e chiama un taxi. Mettilo sul mio conto. Poi ti chiamo, magari ci si rivede, ok?”.

Stronzo.

Il cadavere di M giaceva sul pavimento mentre V lasciava l’albergo, confondendosi tra le migliaia di turisti: aveva finalmente cominciato a seguire il suo cuore.

martedì 18 dicembre 2007

In my dreams...

Nella camera col soffitto azzurro e le tendine di seta lilla, lei lo fissava con aria interrogativa. Le lenzuola nascondevano ancora quel profumo di attimi senza fine, di istinti e passioni, di uomo e donna, di vita. Una leggera brezza sfiorò i loro corpi vicini, stretti in un abbraccio. Le parole di V risuonarono come un dolce suono in equilibrio fra il bene e il male: “Mi ami?”. Lui sembrò scosso da quelle parole, così inaspettate e così profonde. “Ma certo, chery, che ti amo. Come potrei non amarti? Sai di avermi donato la felicità. Il sorriso della mia donna è l’alba del mio giorno… di chi era? Nietzsche forse… o magari gli Eagles…”.

Pensava di essere divertente… non lo era affatto.

In quell’atmosfera, però, anche un clown in bilico sul filo sarebbe stato romantico. La luce del sole filtrava dalla finestra, e, per un attimo, sembrò che il paradiso non fosse più tanto lontano.

“Cosa faresti per me?”. “Piccola, ti porterei in cima al mondo. E ti regalerei la stella più bella del cielo e ti renderei così felice da dire SEI L’UOMO DELLA MIA VITA.” Gli occhi di lui erano sempre gli stessi. Quelli dolci che aveva fatto ad ogni donna, amante o amica. Quelli vuoti, incoerenti con le parole che la bocca pronunciava. Ma non lo tradivano. Avevano inscenato quella parte tante volte da sembrare sinceri. “E se dovessi scegliere, se ti trovassi davanti ad un bivio?”. Le domande di V diventavano più impegnative, quella parte cominciava ad essere difficile, ma in ogni caso, ormai lei era già stesa nuda al suo fianco, la sua missione era andata a buon fine. “Un bivio?” quelle parole, però, erano sincere. Non capiva, era confuso, ma lei era così bella… “Ma si, se ti chiedessero di scegliere… cioè, sarei la tua unica scelta?”. Lui: “Non lo so, ma si, ovvio, come potrei pensare a qualcosa che non sia tu? Oddio, poi bisognerebbe vedere a cosa vieni paragonata…” e ammiccò con un sorriso da rappresentante che vuole venderti un microonde a energia solare.

“Ok. Se dovessi scegliere tra la vita e me, cosa sceglieresti?”. Dai, questa è facile: “Te, perché tu sei la mia vita…”.

Lei si girò, lo guardò negli occhi e disse: “Sbagliato!”. E gli sparò.