mercoledì 6 febbraio 2008

Tutti tranne me

Oggi mi arriva un messaggio da un’amica con su scritto: “Auguri Ale”
Poi me ne arriva un altro e un altro ancora: “Ti voglio bene, auguri”.
Così mi giro verso la tipa ubriaca e con la sesta di seno che dorme accanto a me abbracciata al mio cuscino e le dico.
“Senti…”
Mi risponde ricordandomi il suo nome.
“Scusa, è che l’alcol…”
Mi risponde ancora dicendomi, “sì sì, non fa niente”. Sotto le lenzuola è nuda, ma con le lenzuola addosso pare avere un Burka. In quel momento penso che probabilmente tutte le donne islamiche sotto il Burka sono completamente nude e questo mi aiuta a capire le culture altrui e ad accettarle. Non dovevo comunque metterle, le lenzuola, idiota che non sono altro.
“Mi mandano messaggi da stamattina”.
“Lo so, per questo sono sveglia, la prossima volta spegni”.
Non bisogna usare il termine “prossima volta” con un uomo appena alzato e sbronzo, se ci hai appena fatto sesso. Alzo la scritta “elephant” delle mie mutande e guardo come sono messo. Poi guardo lei, poi di nuovo dentro le mie mutande. Un’occhiata ancora a lui e non appena mi volto verso lei scopro che mi osserva. Ha il trucco di un’intera faccia spostato su un unico punto della guancia destra:
“E’ inutile che guardi, non ho intenzione di scoparti di nuovo”.
“No” dico sospirando, “è che vi somigliate un casino”.
Pensavo si fosse svestita velocemente, troppo per poter pensare che tutti quei discorsi sulla serietà di un rapporto potessero essere farina del suo sacco, ma…
Vedete, dice il saggio Oscar Wilde che basta una battuta per far spogliare una donna:
io sono l’unico che con una battuta riesce a farla rivestire più in fretta di quanto ha impiegato per svestirsi.
E dico: “Tutti mi fanno gli auguri ma non dicono di che”.
“Coglione e senza cervello” mi dice, “alla faccia dello scrittore affascinante”.
Se ne va, lei, e mi lascia con lo stomaco raggrinzito, sconvolto e stravolto, disinvolto per natura circa le vivaci emozioni dell’abbandono femminile, coinvolto sentimentalmente quanto un macellaio nella causa Vegan, contorto su me stesso a ricevere insensati auguri su un materasso a molla rotto.
Compongo un numero e dico:
-Pronto?
-Con chi parlo?
-Sono Alessandro
-Auguri, ma quanto tem.
E stacco il telefono.
Era mia Nonna. Lei ricorda tutti i compleanni dei nipoti, anche se ne ha 41 contando i bisnipoti. E’ lei la sicurezza che oggi è il primo di Agosto, il giorno del mio compleanno.
Sbronzo penso di dover essere meglio di ciò che sono, ma ci proverò quando scoprirò ciò che sono. Dovrei andare a trovare mia Nonna, un giorno di questi lo farò.
Ma non adesso, adesso devo… Vomitare...

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