lunedì 24 novembre 2008

Il Saggio Benni

Quanti cristi inchiodati a una sedia o a un letto la gente scavalca, per inchinarsi a un cristo di legno. Quanti sacrifici dimenticati, per ricordarne uno. Se mi facessero entrare in una chiesa, griderei: smettete di guardare quell'altare vuoto. Adoratevi l'un l'altro.

Il poker si gioca in quattro, oppure in tre col morto, o anche meglio in tre col pollo.

Le idee sono come le tette: se non sono abbastanza grandi si possono sempre gonfiare.

La vita di un puntuale è un inferno di solitudini immeritate.

Passiamo metà della vita a deridere ciò in cui gli altri credono, e l'altra metà a credere in ciò che altri deridono. Ricordo che erano tempi difficili ma io ero, per qualche strana ragione, felice.

Una notte un uomo si svegliò in mezzo al deserto, senza sapere quanto aveva camminato, né perché.
Quando l'ultima nuvola scivolò via dalla luna, l'ombra dell'uomo si allungò come se sgorgasse dalla terra. Un filo d'acqua scorreva tenace nel greto screpolato del fiume, e non faceva più rumore di un respiro.
Alla nota del fiume si accordò un altro suono. L'uomo, con un bastoncino, batteva sul fango secco. Quel rumore ritmico, il pulsare di un cuore, richiamò qualcuno.

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