venerdì 11 aprile 2008

Teneramente malato di memorie infantili, sogno la nebbia e l'umido delle sere d'aprile

Nato nel paese di Konstantinovo (oggi Esenino), nella regione di Rjazan', in Russia, da una famiglia contadina, Sergej Esenin fu mandato a vivere dai suoi nonni. Cominciò a scrivere poesie all'età di nove anni. Prodigio letterario, nel 1912 si trasferì a Mosca dove si guadagnò da vivere lavorando come correttore di bozze in una società editoriale.
Sergej Esenin pubblicò il suo primo libro di poesie, intitolato Radunica, seguito a ruota da Rito per il morto. Attraverso le sue collezioni di poesia pungente sull'amore e la vita semplice, divenne uno dei poeti più popolari del momento.

Bisessuale e avendo una bellezza fuori dal comune, si appoggiò nella prima parte della sua vita ad uomini influenti, mentre nella seconda parte la sua preferenza andò a donne influenti. Dotato di una personalità romantica, s'innamorava frequentemente, e in un breve periodo si sposò cinque volte.

Conobbe la celebre ballerina americana Isadora Duncan, che aveva 17 anni più di lui. Si sposarono, nonostante il fatto che la Duncan conoscesse solo una dozzina di parole in russo, mentre Esenin non parlava nessuna lingua straniera. Si trattò quindi per entrambi di una mossa pubblicitaria, destinata come tale a breve durata (oltre tutto anche la Duncan era a sua volta bisessuale, con preferenza per le donne).

Esenin accompagnò la sua moglie-celebrità in un viaggio in Europa e negli Usa, ma l'esperienza si rivelò eccessiva per lui, e la sua dipendenza dall'alcol sfuggì al controllo. Spesso ubriaco o drogato, le sue crisi di rabbia gli fecero distruggere camere d'hotel o causare scompiglio in ristoranti.

Negli ultimi due anni della sua vita Sergej Esenin ebbe comportamenti imprevedibili e spesso si ubriacava, tuttavia in questo periodo di disperazione personale creò anche alcune delle sue poesie più famose. Nella primavera del 1925 patì un esaurimento nervoso e venne ricoverato in ospedale psichiatrico per un mese.

Due giorni dopo essere stato dimesso per il Natale, si tagliò un polso e scrisse una poesia d'addio con il suo stesso sangue; il giorno dopo s'impiccò ai tubi del riscaldamento sul soffitto della sua camera (la numero 5) dell'Hotel Angleterre a San Pietroburgo all'età di 30 anni.



Questa storia mi ha commosso... Viva Sergej.

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